
Still life with arm | ©Annika von Hausswolff
«Emma! Dove sei? Emma?»
Ecco, è arrivato mio fratello a cercarmi. Grida il mio nome di continuo, saltellando come un grillo nel prato.
È preoccupato, lo sento dalla voce. Un po’ mi dispiace non alzarmi e rispondergli: «Tommy, sto bene». Penserà che mi sia persa nel bosco, o che sia scivolata su uno dei sassi vicino al ruscello. Quanto si starà maledicendo per non avermi aspettato…
Effettivamente Tommy ha ragione: sono caduta. Non sono sicura come, devo essere inciampata con il piede sinistro su una radice. Se così non fosse, sarei a correre con lui e non qui sdraiata nell’erba.
La verità è che non mi sono fatta niente. Solo mi piace stare quì. Mi ero dimenticata di quanto fosse bello guardare le nuvole in cielo.
Forse dovrei chiamare Tommy e dirgli di sdraiarsi al mio fianco.
«Emma? Dove sei? Emma!»
Aspetto ancora cinque minuti. Poi lo chiamo.