La danza della trottola

Fuori dai bordi

Calle de la Ronda, Quito

Ruota veloce, segue il proprio ritmo, accelera senza correre. I colori si liberano dai bordi, si sciolgono e si intrecciano come nuvole in cielo. La danza perfetta. A ogni giro perde un pensiero, una storia, un ricordo. Nessuno riesce a staccarle gli occhi di dosso.
Poi arriva un tremolio leggero, quasi impercettibile. Si rialza fiera e riprende a ruotare, ma gli sguardi sono più severi, pronti alla caduta. Qualcuno si alza e abbandona.
La danza continua; poi una seconda vibrazione, questa volta più forte, la spinge tutta a destra. I più se ne vanno, scuotono la testa, sanno che non reggerà ancora molto: quindi, che senso ha restare?
Ruota, i movimenti sono ormai più rigidi. Il volto contratto.
Una terza vibrazione le fa toccare terra, toc, sbanda e perde il controllo.
Un tonfo, poi silenzio. Non è rimasto più nessuno.
Si affloscia pesante sul palco. I colori e i pensieri le ricadono addosso.
È ora di abbandonare la scena.
Avanti il prossimo.

Occhi di diavolo

Fuori dai bordi

Via Lascaris, Torino

Com’è il mondo al contrario?

Suole di scarpe, sottane bianche, gambe senza busto, mani senza braccia.
Camminano veloci su un paio di occhi neri, immobili.

Un cane guarda a terra, abbaia e tira il padrone.
Un bambino si china, infila il dito nella fessura.
Un altro avvicina la bocca.
«Com’è il mondo al contrario?» sussurra.
Poi appoggia l’orecchio al marciapiede.

Ma gli occhi di via Lascaris non rispondono.
Aspettano.
Suole di scarpe, sottane bianche, gambe senza busto, mani senza braccia.
Aspettano che il mondo si giri al contrario.